Un lungo viaggio è fatto di tappe, e spesso, ancora fermi al punto di partenza, se ne immagina l’arrivo, si immaginano i luoghi, il clima, la gente. Alla seconda o terza stazione di sosta, la mente comincia a proiettarsi sulla strada da fare, ma è ancora rivolta a ciò che si è lasciato, per qualcuno con pensieri di nostalgia, per altri di sollievo.
Ma poi, all’improvviso, la visuale cambia magicamente.
L’immaginazione assume i colori del primo risveglio in una Terra straniera, e si rivolge tutta verso la mèta. Una volta toccato, quel punto d’arrivo diventa il posto in cui costruire “i castelli dell’avvenire”.
È più o meno ciò che capita ai volontari di AFLIN: la voglia di prendere un impegno, la determinazione di portarlo avanti, la formazione, lo studio, la ricerca, la partenza, la missione, e il risveglio in una Terra che muove i propositi e stimola i progetti, che instilla la volontà di fare.
Ed ecco che il viaggio dei sentimenti e della scoperta diventa un viaggio interminabile che si muove attorno al punto d’arrivo, il luogo dove c’è da fare e il luogo dove si fa.

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