Ho incontrato per la prima volta la Fondazione Fior di Loto a fine 2006, quando un collega ha proposto di adottare una bimba nel Natale. Da allora abbiamo avuto diversi progetti per raccogliere fondi, adottare altre bambine, visite in India da parte di due colleghi, coinvolgere sempre più persone. Tutto ciò fa parte del nostro Volvo’s Friends Project, con iniziative direttamente in India (a Pushkar), filmati su YouTube e profili facebook. Oltre alle bimbe adottate “in gruppo” (la prima era Sushila) ho da circa un anno personalmente adottato la piccola Sonu Puri, che ora ha 14 anni e che mi aveva da tempo conquistato per la sua simpatia, vitalità e un “musetto” a dir poco irresistibile. Ho recentemente ricevuto la sua pagella che forse non é stellare, ma sono fermamente convinto che la formazione scolastica che sta ricevendo sarà importante per il suo futuro, oltre che un piccolo contributo per la crescita della straordinaria cultura locale. Avvicinarci a queste bambine significa per me avere più il senso delle cose realmente importanti nella vita e dare un infinitesimale contributo per un mondo migliore. E’ un po’ come quando si é in ospedale ad assistere un malato e si inizia a socializzare con le persone nei letti vicini, si raccolgono energie e speranze, magari si aiuta in qualche loro piccola necessità. Quando si torna alla vita “normale” ci si ritrova con una strana, splendida nuova luce dentro che illumina meglio tutta la nostra giornata. Che dire a tutti coloro che leggeranno queste righe, provate tutti questa sensazione “luminosa”!

Nel 2004, Mara mi chiese se avevo voglia di sponsorizzare una bambina della Fondazione; io accettai con entusiasmo anche perché era da tempo che desideravo farlo. Vivo questa esperienza con molta felicità perché è meraviglioso poterle aiutare; quando sono entrato nel loro villaggio ho capito che non potevo guardarle e rimanere impassibile. Sono dell'idea che chiunque, anche con una piccola offerta, può far del bene a queste bambine: con il nostro aiuto possiamo dar loro la possibilità di credere, soprattutto, che si può vivere in modo dignitoso.

Nel 2011 io e il mio collega abbiamo intrapreso il primo di altri viaggi che ci hanno portato in India per prendere visione della realtà del luogo e per portare ancora di più il nostro aiuto. La mobilitazione delle persone a noi vicine ci ha permesso di portare aiuti importanti. Dopo aver conosciuto le bellissime bambine della scuola ed aver capito la realtà in cui vivono, ho deciso di diventare sponsor di una bambina. Si chiama Meenakshi Parashar ed è nata nel 2005. Indescrivibile la gioia profonda nel prenderla in braccio e il desiderio di fare il possibile per rendere migliore la sua vita e quella delle altre bambine. Una gioia grande il ricevere ogni anno una sua foto, una letterina, la pagella. Il dono più grande che mi potesse arrivare è stato il ricevere tanti piccoli, profondi sorrisi, come qui ormai se ne vedono pochi e il sapere che, grazie ad un mio piccolo gesto, ho potuto cambiare in meglio e dare una possibilità di vita migliore ad una bambina.